Diabete giovanile, al via un percorso per curare i pazienti più fragili

Promuovere l'accesso alle cure in situazioni di fragilità: iniziativa delle due Aziende sanitarie e dell'Associazione giovani diabetici

Fornire le opportune informazioni di educazione sanitaria e sostenere nell’autocura i giovani diabetici a maggior fragilità che non sono in grado di seguire correttamente il programma terapeutico e che non hanno il necessario supporto familiare nella gestione complessiva della malattia.

E’ questo l’obiettivo  del progetto che inizia quest’anno, in via sperimentale  nel distretto di Parma, realizzato dall'Azienda USL (con la Pediatria di Comunità, il Servizio Infermieristico domiciliare, i medici specialisti), dal Centro di Riferimento Regionale per la Diabetologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, dai Pediatri di libera scelta, dai Servizi Sociali e dall'Associazione Giovani Diabetici.

Famiglie a basso reddito, con disagio socioeconomico e/o a bassa scolarità, nuclei extracomunitari o con bambini e/o ragazzi che presentino evidenti difficoltà di adesione alla terapia: sono queste le tipologie di utenti che necessitano di interventi di educazione terapeutica e di sorveglianza attiva.

Il rapporto terapeutico con i pazienti per essere valido deve essere improntato soprattutto su un atteggiamento educazionale, rivolto alla famiglia ed al giovane paziente, che devono assumere un ruolo competente ed autonomo nella gestione della malattia.

DICHIARAZIONI

Ettore Brianti, direttore sanitario dell’Azienda Usl di Parma:
“Il progetto è estremamente interessante per la componente di integrazione sociale e socio-sanitaria a favore di ragazzi per i quali la terapia è fondamentale".

Antonio Balestrino, direttore medico di presidio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
“Sono diverse le componenti su cui oggi si articola il concetto di fragilità, la fragilità economica, ma anche fragilità per usi e costumi diversi, elementi che ci impongono nuove esigenze di interpretazione”.

Maurizio Vanelli, responsabile del Centro di riferimento diabetologico regionale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria
“Si tratta di un progetto unico in Italia, un esempio di assistenza integrata ospedale-territorio. Il programma di lavoro fissato in questo modo dalle Aziende sanitarie stabilisce due ruoli complementari ma imprescindibili: di centro per la diagnosi in Ospedale, e di continuità della cura per l’Azienda Usl”.
“Il riferimento per i genitori che si trovano ad affrontare momenti di dubbio è il pediatria di libera scelta che è informato sui sintomi principali della comparsa del diabete.
Per chi lo volesse comunque esiste anche numero verde 800 848 043. Si tratta di una linea telefonica che collega con il centro di riferimento dell’Azienda ospedaliero-Universitaria di Parma, un servizio a disposizione dei pediatri ma anche delle famiglie che vogliono chiedere informazione e consigli”.

Partecipanti

Ettore Brianti, Direttore Sanitario Azienda USL di Parma
Giuseppina Ciotti, Direttore Distretto di Parma Azienda USL di Parma
Giuseppina Rossi, Direttore Servizio integrazione e sviluppo dei servizi sanitari territoriali Azienda USL di Parma
Antonio Balestrino, Direttore medico di presidio Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Maurizio Vanelli, Responsabile Centro di riferimento regionale per la Diabetologia pediatrica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Giovanni Chiari, Dirigente medico Clinica pediatrica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma
Giorgio Gazzola, Pediatra di libera scelta
Emanuele Voccia, Pediatra di libera scelta
Nino Cocconcelli, Presidente Associazione per l’Aiuto ai Giovani Diabetici (AGD) di Parma

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modificato:giovedì 23 febbraio 2012

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