Montagnaterapia, continua la collaborazione Ausl-CAI

Firmata l'intesa per l'innovativo percorso di cura e riabilitazione dedicato a chi soffre di disagio psichico

Vivere e conoscere la montagna, per “sfruttare” tutte le sue potenzialità terapeutiche e riabilitative.

Sono gli obiettivi del nuovo protocollo d’intesa tra l’Azienda Usl di Parma e il Club Alpino Italiano (sez.di Parma), che prevede nel 2013 un intenso programma di attività sia escursionistiche che di conoscenza, quali occasioni di socializzazione e riabilitazione terapeutica per gli utenti dei servizi del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale-Dipendenze patologiche (DAI SM-DP).

Dopo le esperienze positive degli anni scorsi, che hanno coinvolto una decina di utenti del Centro salute mentale di Fidenza, la nuova intesa si propone di estendere le attività in collaborazione con il CAI anche all’utenza dei Centri salute mentale dell’AUSL presenti in tutti i Distretti provinciali.

Il progetto prevede uscite guidate in montagna, sia sugli Appennini che sulle Alpi, e serate a tema per favorire la socializzazione, la comunicazione e più in generale la condivisione in gruppo della sperimentazione di luoghi, profumi, odori diversi, come solo la natura montana può offrire, spesso legati ai periodi precedenti all’insorgenza della malattia.

In particolare, per chi soffre di disagio psichico vivere esperienze in montagna consente di “sentire” in modo più naturale gli stimoli elementari, legati all’attività psico-fisica in un ambiente naturale. Le sensazioni provenienti dall’ambiente montano e i rimandi che vengono dal corpo in movimento, come dimostrano le evidenze della letteratura scientifica, diventano un potente stimolo di riorganizzazione cognitiva e affettiva della persona. Inoltre, l’attività in montagna incentiva la cooperazione e la responsabilizzazione, favorisce una relazione interpersonale più autentica e diretta e soprattutto tende ad eliminare le forme consuete di gerarchia, quale quella del rapporto medico-paziente. L’idea a lungo termine è di una collaborazione sinergica con il CAI che permetta agli utenti di accedere autonomamente alle proposte, favorendo così un percorso di integrazione con le risorse del territorio.

Le attività sono condotte da uno psichiatra del Dipartimento Salute Mentale AUSL, che è anche istruttore del CAI, e da due operatori aziendali che accompagnano il gruppo dei partecipanti a tutte le iniziative, oltre al personale esperto dello stesso Club Alpino Italiano.

Le attività in montagna in programma per quest’anno sono un’uscita invernale (ciaspolata) al Monte Cusna, un’esperienza di arrampicata in palestra, un’uscita in falesia (gemellaggio BS-BG), adozione sentiero della Vezzosa (con applicazione di segnaletica e manutenzione), gita al Monte Cusna, uscita alle Prealpi del Garda, uscita al Monte Sillara, uscita di due giorni sulle Alpi.

A queste attività si aggiungono le lezioni teoriche del CAI su alimentazione, lettura dell’ambiente montano, orientamento e topografia, costruzione di un erbario.

 

Alla Conferenza Stampa sono intervenuti:

  • Fabrizio Russo, Presidente Club Alpino Italiano  - sez. di Parma
  • Ettore Brianti, Direttore Sanitario AUSL Parma
  • Gianluca Giovanardi, Vicepresidente Club Alpino Italiano - sez. di Parma
  • Pietro Pellegrini, Direttore Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale-Dipendenze Patologiche AUSL Parma
  • Franco Marzullo, Direttore Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura AUSL Parma
  • Matteo Tonna, Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura AUSL Parma e Guida CAI
  • Donatella Rizzi, Centro Salute Mentale Fidenza AUSL Parma

Note

Il termine "montagnaterapia" viene coniato solo nel 1999, nell'ambito di un convegno su "Montagna e solidarietà" svoltosi a Pinzolo (TN), ma le prime esperienze in questo campo risalgono agli inizi degli anni '90 in Francia. Anche in Italia a partire dagli anni ‘90, a livello locale, erano stati avviati progetti finalizzati ad unire la montagna con la realtà del disturbo psichico; tra tutti il progetto "Montagna Solidale" che, dal 1997 ha portato operatori e pazienti tra le montagne del Nepal, sulla vetta del Monte Rosa, sul Bianco ed infine in Patagonia.
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modificato:venerdì 11 gennaio 2013

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