Amianto, le azioni del Piano regionale di bonifica e di monitoraggio

Gli interventi della Regione per eliminare i rischi alla salute negli edifici pubblici e privati più esposti

La Regione Emilia-Romagna ha avviato da diversi anni il “Piano regionale per la protezione dall'amianto”,  (in attuazione della Legge Nazionale 257/92), un'intensa campagna volta alla bonifica degli ambienti di vita e di lavoro ed alla eliminazione o riduzione al minimo possibile della esposizione a tale sostanza attraverso interventi rigorosi per la difesa della salute, graduati sui rischi prioritari. 

La tempestività e la completezza delle azioni messe in atto (censimento dei siti a rischio, sorveglianza ambientale e sanitaria, bonifica, vigilanza, comunicazione e formazione) ha fatto dell'Emilia-Romagna una delle Regioni più attive sul tema. 
 

Il Piano amianto dell’Emilia-Romagna ha previsto prioritariamente il censimento degli edifici pubblici e privati con presenza di amianto friabile (svoltosi tra il 1997 e il 2000 ) e le relative iniziative di bonifica di tutti questi siti.  Le situazioni identificate sono state sottoposte a bonifica secondo le procedure e le metodiche previste dalle norme e sotto il rigoroso controllo delle Aziende Usl. Questa fase è da tempo con qualche sporadica eccezione, soprattutto legata a siti dismessi da anni e non frequentati, in cui  possono essere ancora in corso interventi. 

E' fondamentale precisare che l'amianto friabile
è molto più pericoloso per la salute dell'amianto in matrice compatta (eternit),  in quanto si possono facilmente liberare fibre di amianto mentre il secondo può rilasciare fibre solo in seguito a corrosione o sfaldamento, legati al tempo o all'incuria.

I 760 siti non ancora completamente bonificati sono siti con presenza di amianto in “matrice compatta” (eternit), mappati nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005, per i quali la norma non prevede nessariamente la rimozione, ma piuttosto l’obbligo per il proprietario o l’utilizzatore di mantenerli in buone condizioni e attuare una sorveglianza che può portare alla bonifica (rimozione, incapsulamento o confinamento) in caso di rotture “che superino il 10% della superficie totale”.

Per maggiori info scarica il comunicato stampa dell'Assessorato regionale Politiche per la Salute RER.

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modificato:giovedì 3 marzo 2016

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