02/08/2016 - Sono oltre 1.000 le persone che nel 2015 sono transitate nel carcere di Parma e 560 sono i detenuti presenti al 31 dicembre. Il carcere rappresenta una “comunità nella comunità”, un luogo dove le persone arrivano con problemi di salute, dove, come altrove, possono ammalarsi, e curarsi, perché anche in carcere è garantita assistenza sanitaria e attività di prevenzione.
Con l’obiettivo di tutelare l’integrità psico-fisica di queste persone, l’Azienda USL e gli Istituti Penitenziari hanno siglato martedì 2 agosto un apposito protocollo di intesa. Un accordo corposo, della durata di tre anni, che si sviluppa in 27 articoli, dove sono indicate le forme di collaborazione tra i firmatari, impegnati, ciascuno per le proprie competenze e nel rispetto delle reciproche esigenze istituzionali, a garantire il diritto alla salute dei detenuti.
"Con questo Protocollo – ha dichiarato Elena Saccenti, Direttore generale Ausl Parma - abbiamo definito meglio le modalità di collaborazione tra gli operatori sanitari e quelli dell'amministrazione penitenziaria, condividendo ancor di più l'obiettivo di agire con tempestività e appropriatezza nel rispondere ai bisogni di salute delle persone. Il carcere è una realtà molto complessa, dove in questi anni oltre oltre alla cura abbiamo anche garantito prevenzione con interventi qualificati come gli screening del colon-retto, le vaccinazioni o azioni in ambito cardiovascolare. Più in generale il nostro compito è tutelare la salute delle persone detenute allo stesso modo in cui tuteliamo quella di chi vive in libertà".
"L'intesa – ha continuato Carlo Berdini, Direttore Istituti Penitenziari di Parma - è un'ulteriore conferma di come il detenuto sia un cittadino a tutti gli effetti, che in materia di salute gode degli stessi diritti di tutti gli altri. Anche perchè in carcere non esistono più due entità parallele che operano in ambiti separati, quello sanitario e quello penitenziario: la collaborazione e la convergenza di obiettivi sono in atto da tempo con buone prassi e collaborazioni. Come è il caso, previsto dal Protocollo, dell'impegno comune a realizzare la Carta dei servizi sanitari per i detenuti".
“Oggi - ha detto Ettore Brianti Direttore sanitario Ausl Parma - abbiamo compiuto un passo molto costruttivo per il miglioramento dell'organizzazione sanitaria in carcere, dove i nostri professionisti già da tempo garantiscono ogni anno un notevole volume di prestazioni lavorando in sinergia con gli operatori penitenziari".
"Ben venga l'attenzione per i problemi sanitari di chi vive in carcere - ha concluso Roberto Cavalieri Garante dei
detenuti del Comune di Parma - e il Protocollo firmato oggi va in questa direzione, ma occorre attenzione anche per gli aspetti sociali".
Il protocollo definisce le modalità organizzative con cui è assicurata l’assistenza sanitaria all’interno della struttura carceraria e le procedure da seguire qualora sia necessario un ricovero ospedaliero o un esame diagnostico in centri esterni. Particolare attenzione è posta alla gestione dei casi sanitari più complessi, per i quali le parti si impegnano a definire programmi di intervento specifici e alla realizzazione di una efficace azione di prevenzione. Al riguardo, sono previsti settori detentivi dedicati dove i professionisti dell’Azienda sanitaria visitano ed eseguono esami di screening all’arrivo del detenuto o dove è garantita, all’occorrenza, assistenza sanitaria di livello più intenso rispetto all’ordinario e, infine, aree dedicate in caso di necessità di isolamento sanitario. Sul fronte della prevenzione vi è anche l’impegno congiunto di favorire l’attuazione del progetto di promozione della salute in carcere, attraverso la figura del “promotore di salute” e l’organizzazione di attività di informazione collettiva, oltre che di discussione di gruppo su temi riguardanti stili di vita e prevenzione.
In aggiunta alla collaborazione sancita nei mesi scorsi tra Azienda USL, il Garante delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna e il Garante del Comune di Parma per migliorare la presa in carico delle segnalazioni da parte dei detenuti, dei loro familiari e dei legali e, più in generale, di tutela della salute, con il protocollo siglato oggi, l’Azienda sanitaria si impegna ad adottare un’apposita Carta dei Servizi sanitari per i detenuti, dove, tra altro, saranno indicate le varie figure professionali presenti in carcere, le modalità per l’accesso ai servizi sanitari, le regole comportamentali per consentire il migliore funzionamento dell’assistenza e facilitare la fruibilità dei servizi.