Disturbi dell’alimentazione, la linea
“Filo diretto A-B” compie 10 anni

Un bilancio del servizio telefonico pioniere in Italia
e le attività del Programma aziendale per i malati

Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, NAS – disturbi alimentari non altrimenti specificati - sono le malattie di chi soffre dei cosiddetti “disturbi del comportamento alimentare”, patologie caratterizzate dall'ossessione del corpo e del cibo, collegate ad una bassa autostima e difficoltà ad integrare parti diverse della propria identità.

Un bilancio di 10 anni del servizio di counselling telefonico “Filo diretto A-B”, gestito dall’associazione “Sulle ALI delle MENTI” in convenzione con l’Azienda Usl, è stato presentato oggi in conferenza stampa da Franco Giubilini, direttore Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale-Dipendenze Patologiche, Pietro Pellegrini, direttore Centri di Salute mentale “Parma Est” e “Parma ovest”, Anna Maria Gibin, responsabile Programma disturbi del comportamento alimentare, e Giuseppina Poletti, presidente di “Slle ALI delle MENTI”.

L’incontro con i giornalisti è stata anche occasione per illustrare il lavoro dei servizi aziendali dedicati alla cura queste patologie, nell’ambito del Programma disturbi del comportamento alimentare.

In questo periodo storico, della “società dell’apparire”, “dell’omogeneità degli individui”, di “non accettazione delle diversità”, i disturbi del comportamento alimentare sono malattie in forte aumento, nei Paesi industrializzati.

In Italia, ogni 200 donne, 1 soffre di anoressia, 2 di bulimia e circa 12 di disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati. I casi maschili sono più limitati, 1 uomo ogni 10 donne (dati da sito INRAN - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione).

Sempre in Italia, l’anoressia e la bulimia colpiscono quasi 200mila donne e rappresentano la prima causa di morte per malattia tra chi ha un’età compresa tra i 12 e i 25 anni.

Alto è anche il rischio di cronicizzazione, che, con l’insorgenza di complicanze mediche e psichiatriche, spesso può portare al suicidio.

A dieci anni dall’esordio dell’anoressia la mortalità è al 10%, mentre sale al 20% dopo vent’anni dalla comparsa dei primi sintomi.

Queste patologie hanno caratteristiche comuni, ma ogni individuo sviluppa comunque la malattia in modo personale. Gli anoressici hanno ossessione per il cibo e fanno una vita intensa, ricca di movimento, tendono ad associare il peso all’autostima. Esistono due tipi di anoressia, quella restrittiva, che prevede solo la limitazione delle calorie ingerite, e quella che contempla anche l’utilizzo di condotte di eliminazione (es. vomito, uso di lassativi, diuretici, etc.). La bulimia si caratterizza per le grosse quantità di alimenti ingerite in poco tempo (cosiddette “abbuffate”). Anche i bulimici hanno ossessione del cibo e, talora, utilizzano condotte di eliminazione. L’alimentazione incontrollata si evidenzia attraverso il consumo eccessivo di cibo, che viene mangiato prevalentemente di nascosto, perché sono molto forti il senso di colpa e di vergogna, sentimenti comunque presenti anche nelle altre due malattie. 

L’Azienda USL di Parma risponde a chi soffre di queste malattie con il Programma “Disturbi del Comportamento Alimentare”, nell’ambito del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale-Dipendenze Patologiche, secondo gli indirizzi regionali.

Il Programma lavora in rete con i servizi a tutela della salute mentale presenti su tutto il territorio provinciale e collabora con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, le associazioni di volontariato, la Casa di Cura Maria Luigia, perché, per la diagnosi e il trattamento di queste malattie, è fondamentale un approccio multidisciplinare e interdisciplinare.

Il Programma  “Disturbi del Comportamento Alimentare”, segue attualmente  circa 150 persone. L’assistenza offerta è di tipo psicologico, psichiatrico,  nutrizionale, internistico e di riabilitazione.

Il primo contatto con i servizi dell’AUSL, generalmente, avviene tramite il medico di famiglia, ma anche su segnalazione di un famigliare o di insegnanti.

Da tempo, l’Associazione “Sulle ALI delle MENTI” (www.sullealidellementi.it) è impegnata a sostegno di chi soffre di queste malattie, con anche gruppi di auto-mutuo-aiuto e collabora con l’Azienda USL.

In particolare, da 10 anni, “Sulle ALI delle MENTI” e Azienda USL di Parma hanno attivato la linea telefonica “Filo diretto A-B (Anoressia Bulimia), che risponde al numero 0521.231149. Volontari dell’Associazione, che hanno vissuto in prima persona i disturbi del comportamento alimentare, appositamente formati, sono a disposizione per offrire ascolto e conforto, ma anche per dare informazioni circa i servizi offerti dall’Associazione stessa e dall’AUSL. Il tutto, nel rispetto della riservatezza. Le chiamate al Filo diretto A-B arrivano da tutta Italia e ad usufruire di questo servizio non sono solo i malati, ma anche insegnanti, familiari, amici di chi soffre di queste patologie. Nel corso degli anni, più del 50% di chi ha chiamato ha poi continuato a farsi aiutare dall’Associazione o è stato messo in contatto con i servizi dell’AUSL. Il Filo diretto A-B risponde il mercoledì dalle 18 alle 20 e il  sabato dalle 10 alle 12. Durante la settimana è comunque attivo il servizio di segreteria telefonica. 

Il Filo diretto A-B in numeri

Dall’attivazione del servizio – 1999 – al 2008, hanno chiamato il Filo diretto A-B: 590 persone.

Nel dettaglio: 

NEI PRIMI CINQUE ANNI DI ATTIVITA' – 1999/2004:

n. 405 telefonate.

Per lo più si tratta di persone con età compresa tra i 25 e i 34 anni, prevalentemente donne (82% dei casi).

Nel 53% dei casi chi ha chiamato vive il problema in prima persona, (nel 35% dei casi a chiamare è stato un famigliare, nell’8% un amico, nel 4% altro – medico, assistente sociale, etc.).

Il  51% delle telefonate è stata per acquisire informazioni sui Disturbi del Comportamento Alimentare e per conoscere i percorsi di cura offerti sul territorio. Il 20% ha chiesto in modo esplicito un sostegno.

NELL'ANNO 2005: 

n. 54 telefonate.

Per lo più si tratta di persone con età compresa tra i 25 e i 34 anni, prevalentemente donne (80% dei casi).

Nel 57% dei casi chi ha chiamato vive il problema in prima persona, (nel 35% dei casi a chiamare è stato un famigliare, nel 4% un amico, nel 4% altro – medico, assistente sociale, etc.).

L’83% delle telefonate è stata per acquisire informazioni sui Disturbi del Comportamento Alimentare e per conoscere i percorsi di cura offerti sul territorio. Il 39% ha chiesto in modo esplicito un sostegno.

NELL'ANNO 2006:

n. 54 telefonate.

Per lo più si tratta di persone con età compresa tra i 25 e i 34 anni, prevalentemente donne (80% dei casi).

Nel 57% dei casi chi ha chiamato vive il problema in prima persona, (nel 35% dei casi a chiamare è stato un famigliare, nel 4% un amico, nel 4% altro – medico, assistente sociale, etc.).

L’83% delle telefonate è stata per acquisire informazioni sui Disturbi del Comportamento Alimentare e per conoscere i percorsi di cura offerti sul territorio. Il 39% ha chiesto in modo esplicito un sostegno. 

NELL'ANNO 2007:

n. 41 telefonate.

Per lo più si tratta di persone con età compresa tra i 35 e i 44 anni (29%) e tra i 18 e i 24 anni (24%), prevalentemente donne (93% dei casi).

Nel 44% dei casi chi ha chiamato vive il problema in prima persona, (nel 47% dei casi a chiamare è stato un famigliare, nel 2% un amico, nel 7% altro – medico, assistente sociale, etc.).

L’63% delle telefonate è stata per acquisire informazioni sui Disturbi del Comportamento Alimentare e per conoscere i percorsi di cura offerti sul territorio. Il 47% ha chiesto in modo esplicito un sostegno.

NELL'ANNO 2008:

n. 36 telefonate.

Per lo più si tratta di persone con età compresa tra i 35 e i 44 anni (30%) e tra i 45 e 54 anni (25%), prevalentemente donne (83% dei casi).

Nel 58% dei casi chi ha chiamato vive il problema in prima persona, (nel 22% dei casi a chiamare è stato un famigliare, nel 17% un amico, nel 3% altro – medico, assistente sociale, etc.).

Il 75% delle telefonate è stata per acquisire informazioni sui Disturbi del Comportamento Alimentare e per conoscere i percorsi di cura offerti sul territorio. Il 36% ha chiesto in modo esplicito un sostegno. 

Il libro

Dall’esperienza della dottoressa Anna Maria Gibin e della sua équipe è nato un volume pubblicato lo scorso aprile da Franco Angeli Editore e curato dalla stessa psicologa, dal titolo “I gruppi nei disturbi alimentari. Terapie, formazione, ricerca”. Il libro è una sintesi degli studi e del lavoro clinico e di rete che l’équipe ha portato avanti in questi anni in collaborazione con altri soggetti. Nel volume vengono illustrate le terapie che devono essere implementate, la formazione dei professionisti che operano in questo campo e le ricerche effettuate. Sono anche descritte le opere di comunicazione svolte nelle scuole medie e superiori per educare i ragazzi e renderli più consapevoli dei modelli distorti presentati dai media. Nell’ultimo capitolo del libro, in particolare, si parla dell’iniziativa dei gruppi di “mutuo aiuto aiuto” e del “Filo diretto” gestiti dall’associazione “Sulle ALI delle MENTI”.

 

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modificato:mercoledì 2 dicembre 2009

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