Domenica primo maggio si allontana dalla REMS senza autorizzazione, ma viene subito riaccompagnato all’interno del Centro

Non è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Perché la REMS sia luogo di recupero è determinante la presenza del progetto riabilitativo contestuale all’ingresso in struttura

02/05/2016 - Nella giornata di domenica primo maggio, un ospite della REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) di Mezzani si è allontanato senza autorizzazione dalla struttura. Il personale in servizio – operatori sanitari e vigilanza – si è reso conto dell’accaduto grazie al sistema di videosorveglianza e si è quindi subito attivato. Non è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, seppur allertate, in quanto l’ospite è stato riaccompagnato – senza opporre alcuna resistenza - all’interno del Centro dallo stesso personale dopo pochi minuti.

Il quarantacinquenne, in attesa di processo, è arrivato alla REMS di Mezzani lo scorso 28 aprile, inviato dal Magistrato di Bologna, a fronte di una perizia di infermità mentale, che richiedeva quindi la revoca immediata del carcere. Si è trattata di una collocazione improvvisa: contestualmente all’ingresso, non c’è stata la definizione di un progetto riabilitativo.

Una tale mancanza rischia di minare il sistema delle neonate REMS, che invece si basano su un percorso di responsabilizzazione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. Questo percorso per funzionare al meglio deve essere realizzato in modo coordinato e con la collaborazione di tanti soggetti: la Magistratura, l’Azienda Sanitaria, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato, i cittadini. Le REMS non sono strutture nate per un’accoglienza in condizioni di emergenza. La buona prassi vuole le REMS come soluzioni per l’esecuzione di misure definitive, con  un’ipotesi progettuale riabilitativa e con una presa in carico da parte dei servizi di salute mentale già in essere.

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modificato:lunedì 2 maggio 2016

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