Immigrati a quota 46mila

Presentato il Rapporto provinciale 2009: in 10 anni stranieri più che quadruplicati, nell’ultimo anno l’incremento più alto mai rilevato

Gli stranieri residenti all’1.1.2009 in provincia di Parma hanno raggiunto quota 45.994, vale a dire oltre il 10% del totale dei residenti (per l’esattezza il 10,6%), registrando un aumento di 6.847 persone rispetto all’anno scorso (+17,5%), il più alto mai rilevato. In dieci anni la presenza di stranieri si è più che quadruplicata: all’1.1.1999, infatti, risiedevano nel nostro territorio 10.781 immigrati.

Sono solo alcuni dei dati del Rapporto provinciale sull’immigrazione 2009, curato dall’Osservatorio Provinciale Immigrazione in collaborazione con gli altri Osservatori e Servizi della Provincia che si occupano di immigrazione (Ufficio Statistica, Osservatorio Scolastico, Osservatorio sul Mercato del Lavoro, Servizio Formazione Professionale, Osservatorio Politiche Abitative) e, per la prima volta, in collaborazione con l’Azienda Usl di Parma. Il rapporto 2009 (scaricabile dal sito www.sociale.parma.it) ribadisce che i numeri degli stranieri, sia in termini assoluti sia in termini percentuali, continuano la loro crescita. La presentazione è avvenuta il 16 dicembre all’Auditorium di Banca Monte.

Il rapporto dice che la popolazione straniera è aumentata nell’ultimo anno nella maggior parte dei comuni della provincia. Le percentuali più alte di presenza straniera rispetto alla popolazione complessiva si rilevano nel capoluogo (11,9%) e nei comuni posti nelle immediate vicinanze, ma anche in alcuni centri collinari. Al primo e al secondo posto della graduatoria relativa troviamo infatti i comuni di Fornovo (15,1%) e Calestano (15,0%). La crescita degli immigrati continua anche nella scuola: nell’anno scolastico 2008-09 negli istituti della provincia di Parma gli alunni di cittadinanza non italiana sono stati 7.417, l’incidenza è stata del 13,4% sul totale della popolazione scolastica complessiva (55.419). Nel 2008 le concessioni di cittadinanza in provincia di Parma sono state 410, di cui 252 (61,4%) per residenza e 158 (38,5%) per matrimonio. Il 16% dei matrimoni celebrati nel 2008 in provincia di Parma è stato tra una persona italiana e una straniera, le cosiddette “coppie miste”. I matrimoni fra stranieri sono circa l’8% del totale. Per quanto riguarda la casa, al 1° gennaio scorso le famiglie straniere negli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) sono 691 (48 in più dell’anno precedente) e rappresentano il 12% del totale delle famiglie assegnatarie.

“I dati ci mostrano che quello della presenza degli immigrati nel nostro territorio è un fenomeno consolidato e caratterizzato da cifre sempre più considerevoli, e contribuiscono a sfatare luoghi comuni che spesso sono duri a morire. Basti pensare a quelli sulla casa: le famiglie straniere negli alloggi di edilizia residenziale pubblica rappresentano non la maggior parte ma il 12% del totale delle famiglie assegnatarie. Credo che i dati contenuti nel Rapporto 2009 costituiscano una base molto utile per affrontare al meglio la cosiddetta “seconda fase”, successiva alla prima ondata: ora possiamo concentrarci a favorire il processo di integrazione, sul quale c’è ancora da fare”, ha detto in apertura il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, sottolineando l’impegno dell’ente di piazza della Pace: “impegno per garantire la coesione sociale nel nostro territorio con tante iniziative, nonostante la diminuzione di trasferimenti statali”. 

“Il Rapporto 2009 conferma che siamo oltre il fenomeno – ha commentato l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani -. Quando una presenza tocca 46mila unità, come nel nostro caso, non siamo più a un episodio passeggero ma di fronte a una costante. C’è una presenza forte di immigrati nel mercato nel lavoro, nella scuola oltre il 13% degli alunni sono stranieri, c’è una forte partecipazione degli immigrati ai percorsi della formazione professionale, intesi proprio come ricerca di qualificazione, aggiornamento e volontà di contestualizzare la loro presenza in un mondo che si evolve e che produce sempre nuovi saperi. Il Rapporto 2009 non racconta solo numeri ma verità su cui riflettere tutti: amministrazioni pubbliche, politica, mondo del lavoro”.

“Credo che il Rapporto provinciale sia uno strumento molto utile, innanzitutto perché è una fotografia assolutamente trasversale e globale del fenomeno migratorio: è una base imprescindibile per impostare politiche e strategie sul tema”, ha osservato Manuela Amoretti, assessore alla Formazione professionale e alle Politiche del lavoro, che tra le questioni da affrontare ne ha evidenziata in particolare una: “Uno degli obiettivi più importanti che dovremo tutti porci è come far sì che i giovani immigrati possano arrivare sempre più numerosi ai livelli alti dell’istruzione, perché sarà su questo che si deciderà la loro posizione, la loro collocazione nella società di domani. Su questo c’è ancora tanto da fare, basta guardare ai numeri degli studenti universitari immigrati: c’è bisogno di un gran lavoro collettivo”.

Nel corso dell’incontro i dati sono stati presentati dai funzionari dei diversi settori della Provincia coinvolti nella costruzione del Rapporto 2009. Sono intervenuti anche Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Usl di Parma, Andrea Stuppini, responsabile del Servizio Politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale della Regione Emilia Romagna, il sociologo e giornalista Giorgio Triani, Cecilia Scaffardi, direttrice della Caritas diocesana di Parma, e Radwan Khawatmi, presidente del Movimento Nuovi italiani. Proprio Radwan Khawatmi ha annunciato uno sciopero per il prossimo 1° marzo: “Stiamo dando vita a molte iniziative per far sì che l’integrazione diventi una realtà. Ora la questione sul tappeto è governativa: il governo deve prendere in mano la situazione e trovare delle soluzioni. Noi abbiamo deciso uno sciopero generale il 1° marzo, cui parteciperanno oltre 18 milioni di persone in Europa. In Italia abbiamo circa 2 milioni e 200mila lavoratori, e il 1° marzo ci fermiamo. Vorremmo sensibilizzare l’opinione pubblica per vedere se il lavoro degli immigrati è una cosa utile a questo paese o no”.

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modificato:venerdì 18 dicembre 2009

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