Ospedale di Vaio: donazione all’U.O. di endoscopia digestiva

Una video capsula per lo studio del colon. Grazie ad ARIM e alla “raccolta punti” nei supermercati Conad

Grazie alla “raccolta punti” dei clienti dei supermercati Conad di Fidenza, Salsomaggiore, Alseno, Pontenure e Fontanellato, attraverso l’impegno e la collaborazione di A.RI.M. – Associazione di volontariato per la ricerca e la prevenzione delle malattie gastrointestinali – all’U.O. di Endoscopia Digestiva dell’Ospedale di Vaio è stata fatta una donazione destinata ad apportare un contributo all’innovazione scientifica nel campo della diagnosi delle malattie gastrointestinali.
 
Dopo circa un anno dall’introduzione a Vaio della video capsula per lo studio dell’intestino tenue, tratto non raggiungibile dagli esami endoscopici tradizionali (gastroscopia e colonscopia), è ora disponibile una nuova capsula specifica per lo studio del colon.

La video capsula è una vera e propria pillola, contenente due telecamere, due sorgenti luminose e un'antenna, che una volta ingerita percorre tutto il tratto intestinale, fotografandolo.
 
Ma come funziona? A spiegarlo è Paolo Orsi, responsabile dell'Unità Operativa semplice di Endoscopia Digestiva e Gastroenterologia dell’Ospedale di Vaio:  “La capsula si ingerisce con l'aiuto di un bicchiere d'acqua. Dopo circa un'ora e tre quarti arriva all'intestino tenue, che è a monte del colon. A quel punto inizia a inviare 4 immagini al secondo a un piccolo ricevitore che il paziente porta con sé. Grazie alle due telecamere, riusciamo a vedere e studiare le pliche della mucosa, guardandole davanti e dietro. Normalmente, entro 10 ore, la pillola viene espulsa. Come accade per una colonscopia – continua Orsi - prima di assumere la videocapsula occorre fare una preparazione, una «pulizia» profonda dell'intestino, per consentire alle videocamere di vedere la superficie della mucosa".

"Rispetto alle tecniche diagnostiche tradizionali endoscopiche e radiologiche – conclude il responsabile - la capsula per il colon ha i vantaggi di non richiedere la sedazione, di non esporre il paziente a radiazioni, di essere ingerita naturalmente, di non richiedere l’insufflazione del viscere e di consentire la visualizzazione diretta della mucosa e in tempo reale, attraverso un sistema di real-view”.

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modificato:martedì 22 settembre 2009

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