Pesce pangasio: nulla osta al suo utilizzo nelle mense scolastiche

Ha un valore nutrizionale inferiore rispetto alle specie ittiche nazionali. Nessuna comunicazione di non conformità all’uso è pervenuta ai servizi dell’AUSL

Il pesce pangasio può rientrare tra le possibili scelte di prodotti ittici utilizzati nelle mense scolastiche e, più in generale, della ristorazione collettiva, anche se le sue caratteristiche  nutrizionali non sono ottimali – in particolare per l’elevata percentuale di grassi saturi a discapito degli acidi grassi omega-3.

Ad oggi, attraverso il Sistema Rapido d’Allerta, non  sono pervenute ai servizi dell’AUSL comunicazioni in merito a non conformità riscontrate su questa tipologia di prodotto alimentare.

In sintesi è utile ribadire il concetto per cui la specie ittica in questione, importata  attraverso i canali legali, viene sottoposta ai controlli ufficiali da parte degli U.V.A.C. (ufficio Veterinari Adempimenti Comunitari) e del P.I.F. (Posto Ispezione Frontaliero) del Ministero della salute e quindi è regolarmente commercializzata sul territorio nazionale.


Breve scheda del pesce pangasio.

Il pangasio è un pesce d’acqua dolce, allevato in Vietnam, nel delta del Mekong. Questi pesci vengono spinti in bacini chiusi o in canali dove  avviene l’acquacoltura in gabbie galleggianti all’interno delle quali vengono alimentati con resti di vegetali, invertebrati ed altri pesci, in quanto hanno una dieta onnivora.

In Italia è legalmente importato ed  il suo consumo è  in costante aumento (Ismea 2006) commercializzato presso mercati e supermercati della grossa distribuzione è diventato, specialmente per il suo basso costo, il pesce protagonista della ristorazione collettiva.

Riporto testualmente da uno studio effettuato dalla Dr.ssa Elena Orban ricercatrice dell’Inran - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.

“L’Inran ha effettuato un ampio monitoraggio sugli aspetti alimentari di filetti di pangasio venduti decongelati al banco del fresco o congelati presso differenti supermercati della grande distribuzione e presso negozi di prodotti congelati e surgelati. I risultati relativi alla composizione chimico-nutrizionale hanno mostrato un tenore in acqua elevato (80-85 g/100 g), un contenuto in proteine (13-15/100 g.) leggermente inferiore alla maggior parte delle specie ittiche consumate, un modesto contenuto in grassi (1.1-3.0 g/100 g) e un tenore in sodio variabile e piuttosto elevato dovuto forse al sodio tripolifosfato (E 451) aggiunto in fase di trasformazione allo scopo di aumentare la ritenzione idrica delle proteine e migliorare la qualità e consistenza. I livelli di magnesio sono risultati invece inferiori a quelli di altre specie ittiche.

La frazione lipidica è caratterizzata da una composizione in acidi grassi nella quale predominano gli acidi grassi saturi (41.1-47.8% degli acidi grassi totali) che, se consumati in eccesso, sono correlati con le malattie cardiovascolari, mentre i polinsaturi della serie n-3 (o omega 3) sono contenuti in quantità minima ( 2.6-6.7% degli acidi grassi totali).
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modificato:martedì 18 novembre 2008

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