Sicurezza e legalità del lavoro,
accordo tra le istituzioni parmensi

In Prefettura siglata l'intesa inter-istituzionale contro irregolarità e precarietà negli appalti

Un altro passo a garanzia della sicurezza del lavoro. Un insieme di regole condivise importanti per il futuro del nostro territorio”. E’ stato il Prefetto Paolo Scarpis ad aprire oggi a Parma a Palazzo Rangoni l’incontro sul protocollo d’intesa siglato oggi. Un accordo che coinvolge tanti soggetti e che, come ha detto Manuela Amoretti assessore al Lavoro della Provincia di Parma “vuole rappresentare un impegno e tutelare la sicurezza sul lavoro” .
“Viviamo una fase complicata e difficile di fronte alla quale è importante non perdere di vista i processi avviati nell’ambito delle tutele e della legalità del lavoro - ha sottolineato il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli - questo protocollo contiene principi di civiltà e responsabilità comuni, per tenerci al riparo da fenomeni degenerativi”

Sono l’irregolarità, illegalità e precarietà del lavoro i fatti che questo accordo intende contrastare nell’ambito degli appalti pubblici e privati di servizi nel parmense, a favore della sicurezza nei luoghi di lavoro. Una finalità per la quale si sono uniti gli intenti della Provincia e dei Comuni di Parma, Borgotaro, Fidenza, Langhirano; della Camera di Commercio, Inps, Inail, e Direzione provinciale del Lavoro; le Aziende sanitarie, Università, Enìa, le Asp, le Associazioni imprenditoriali e sindacali.

L’obiettivo, ha detto ancora il Prefetto di Parma “è quello di andare avanti in un processo. Dopo il protocollo sulla sicurezza in edilizia arriviamo ora a questo accordo sugli appalti di servizi che impegna a rispettare alcune regole che non possono esser quelle del minor costo, perché tutto questo non è produttivo e anzi pericoloso”.

La proposta, partita dalle associazioni d’impresa locali, nasce da alcune preoccupazioni. Nel settore della fornitura di servizi (pulizie, facchinaggio e movimentazione merce, manutenzione del verde), dove è prevalente il fattore lavoro rispetto agli altri fattori di produzione, c’è infatti  il rischio che situazioni di lavoro irregolare, precario e sottopagato diventino un elemento strutturale. In più le situazioni irregolari possono modificare i rapporti economici e concorrenziali di mercato, mettendo a rischio gli standard qualitativi dei servizi svolti e le condizioni di lavoro e di sicurezza degli addetti.

Con il protocollo i firmatari intendono dunque promuovere azioni positive e condivise, nell’ambito degli appalti di servizi sia pubblici sia privati, attraverso l’adozione di “buone prassi” concordate.


I contenuti dell’accordo

L'appaltante utilizzerà esclusivamente appaltatori (privati, cooperative o consorzi) che applichino ai propri lavoratori (dipendenti o soci)  quanto previsto dagli accordi di settore stipulati tra organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative, verificando la regolarità contributiva e retributiva nei confronti del personale impegnato nell’appalto. Per le società cooperative sarà verificata l’avvenuta “revisione” e il deposito presso la Direzione provinciale del lavoro del regolamento interno, con un trattamento economico minimo dei soci lavoratori.

Negli appalti pubblici di servizi, la procedura di aggiudicazione più idonea è quella dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ma nell’attribuzione dei punteggi il peso del prezzo non supererà il 50% del punteggio complessivo.

Gli enti appaltanti definiranno requisiti specifici per l’accesso alla gara, volti a dimostrare la presenza di idonee capacità tecnico–professionali nelle imprese offerenti (requisiti dimensionali, specialistici, di certificazione), con un elenco dei requisiti e degli standard di sicurezza previsti per le imprese per fornire sufficienti garanzie di rispetto degli obblighi in tema di prevenzione.

Sia nella formulazione delle basi d’asta che nella valutazione dell’offerta anomala va considerata come vincolante la congruità economica degli appalti di servizi, intesa come soglia minima di aggiudicazione al di sotto del quale si considera a rischio il rispetto della normativa sugli appalti, sul lavoro e sulla sicurezza. Per determinarla  devono considerarsi specifici riferimenti (il costo del lavoro dei CCNL, le spese per la sicurezza sul lavoro, per le attrezzature, i macchinari, i prodotti ed i materiali, una congrua percentuale di spese generali e un utile di impresa non irrisorio).

Nei bandi dovranno essere obbligatoriamente evidenziati i costi della sicurezza e del lavoro, sui quali è vietato il ribasso d’asta e saranno inserite le clausole sociali previste dalla normativa per favorire l’inserimento di soggetti svantaggiati, tra cui la collaborazione delle imprese con cooperative sociali. L’ente appaltante dovrà sempre verificare l’offerta anormalmente bassa rispetto al costo del lavoro e della sicurezza.

Gli enti appaltanti si impegnano, in caso di violazione, a rescindere automaticamente il contratto di appalto e/o servizio, per giusta causa. Ad esempio, per mancato versamento degli oneri contributivi, reiterata mancata corresponsione della retribuzione, applicazione di un CCNL diverso da quelli stipulati dalle associazioni più rappresentative, reiterazione di gravi violazioni delle norme sulla sicurezza, autocertificazioni mendaci.

In tale caso, il nuovo appaltatore, a parità di condizioni di appalto, si farà carico, in via prioritaria e alle condizioni del CCNL di settore applicato, delle  assunzioni in tutto o in parte dei lavoratori della gestione uscente. Tali clausole saranno incluse nel contratto di appalto.

I firmatari istituiscono un “Osservatorio sugli appalti pubblici di servizi” con sede presso la Provincia di Parma con funzioni di monitoraggio (rilevazione, elaborazione e sintesi dei dati), ma anche definizione di standard  di servizio relativi alle rese massime di lavoro quali parametri di orientamento per gli enti appaltanti nella valutazione delle offerte tecnica ed economica (ad esempio: rapporto  tra ore lavorate/superfici da pulire negli appalti  di servizi di pulizie).

Inoltre si impegnano a promuovere un’ampia diffusione del protocollo informando imprese appaltatrici di servizi, soggetti appaltanti, lavoratori e loro rappresentanti.

Si impegnano infine ad approfondire la possibilità di incentivare con appositi strumenti premianti le imprese che aderiscano al protocollo.

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modificato:lunedì 26 ottobre 2009

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