Il libro "Stanislao Omati da Borgo S. Donnino e il Signor Ipocondriaco"
Il 13 dicembre la presentazione nella chiesa di San Giorgio a Fidenza
13 dicembre 2014 - Sabato 13 dicembre nella chiesa di San Giorgio, in piazzetta Stanislao Omati a Fidenza, si è tenuta la presentazione del libro a cura di Paolo Moruzzi, Annamaria de Marini e Federica Dallasta “Stanislao Omati da Borgo S. Donnino e il Signor Ipocondriaco. Disputa medica del Seicento intorno al caso clinico di un paziente illustre”, che l’Azienda USL di Parma ha voluto pubblicare nell’ambito delle celebrazioni per il decennale dell’apertura dell’Ospedale di Vaio.
All’origine del libro è una disputa insorta tra due medici, il dottor Stanislao Omati, originario di Borgo S. Donnino (l’attuale Fidenza), e il dottor Filippo Trombetti di Genova. Al centro della contesa il caso clinico di un comune paziente. La vicenda ha inizio nell'estate del 1674, quando un genovese illustre, Emanuele Brignole, giunge a Piacenza. E' di nobile e ricca famiglia e nella sua città ha fondato l'Albergo dei Poveri, tuttora esistente, destinato alla cura degli indigenti. Essendo la sua condizione di salute peggiorata, egli si rivolge al dottor Stanislao Omati, che in Piacenza esercita la professione. Questi modifica radicalmente la terapia impostata da Filippo Trombetti, medico di Brignole a Genova, ritenendola non corretta. Ne nasce una polemica tra i due medici durata otto anni. Probabilmente a causa della notorietà del paziente – una straordinaria figura di benefattore – la disputa viene divulgata attraverso la stampa di tre libri, di Trombetti prima, poi di Omati e infine nuovamente di Trombetti. Vi è condivisione circa la diagnosi di malattia degli ipocondri, o ipocondria, ma completamente diverse sono le terapie proposte in base ad interpretazioni totalmente contrastanti circa la sua origine.
La polemica offre uno spaccato della medicina dell'epoca con tratti che ricordano certi passaggi del Malato Immaginario di Molière. In particolare, risulta chiara la giustezza della critica rivolta, in forma caricaturale, dal commediografo francese alla maggior parte dei medici del suo tempo, concernente il loro attaccamento eccessivo agli antichi padri della Medicina, in una parola il loro misoneismo.
I termini della disputa secondo i canoni medici dell’epoca sono trattati da Paolo Moruzzi - Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia e del Dipartimento di Emergenza, Urgenza e della Diagnostica dell’Ospedale di Vaio - che ha cercato di utilizzare il più possibile citazioni testuali al fine di rendere il pensiero dei contendenti e il sapore dell’epoca.
Annamaria de Marini – storica genovese e autrice, tra l’altro, di un libro sull’Albergo dei Poveri – ha tratteggiato la figura del paziente, Emanuele Brignole, che dedicò la sua vita ed il suo patrimonio al sollievo della sofferenza dei poveri.
Federica Dallasta – storica parmigiana ed anche autrice di pubblicazioni circa le biblioteche e la circolazione dei libri in epoca farnesiana – ha ricostruito, basandosi su un inventario “post mortem” presente nell’archivio della famiglia dei conti Omati, la biblioteca di Stanislao Omati, mettendo in evidenza le vaste letture di un medico colto del Seicento.
Sono intervenuti inoltre: Monsignor Carlo Mazza, Vescovo di Fidenza; Andrea Massari, Sindaco di Fidenza; Massimo Fabi, Direttore Generale AUSL di Parma; Enzo Sorvino, Commissario Straordinario dell’ASP Emanuele Brignole di Genova; Graziano Tonelli, Direttore dell’Archivio di Stato di Parma.
L’iniziativa è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Fidenza.
modificato: | giovedì 15 gennaio 2015 |
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