Chiesa di Santa Maria del Quartiere

La cultura architettonica parmense a cavallo del 1500 instaura molto lentamente un colloquio con le nuove forme rinascimentali che vengono inserite, senza effettiva comprensione, in modi essenzialmente neoromanici.

Solo all’inizio del terzo decennio del Cinquecento, sotto il dominio della Chiesa, si avverte uno scarto culturale. Con le tre chiese a pianta centrale (la Steccata, 1521; l’Oratorio della Concezione, 1521 e S. Rocco, 1528) Parma entra con maggior decisione in un dibattito pienamente rinascimentale. Non sembra neppure improbabile che tale aggiornamento culturale sia dovuto al grande rinnovamento operato dal Parmigianino e dal Correggio in campo pittorico.

Estremamente importante per la qualità ed il carattere dell’architettura è la creazione, voluta da papa Paolo III dei Ducati di Parma e Piacenza nel 1545. La presenza di uno stato “artificiale” di stampo decisamente assolutista e la tradizione stessa farnesiana, che ebbe sempre una concezione chiarissima dell’architettura come immagine di potere forte e trascendente daranno un’impronta inconfondibile anche all’architettura parmense del secondo Cinquecento e del primo Seicento.

Così, tra tendenze articolate e diversificate, talvolta chiaramente contrastanti, che vanno dallo schematico neopurismo della Pilotta alla sperimentazione nella chiesa della SS. Annunziata (1566), dove G. B. da Fornovo arriva ad un movimento di masse e di pareti così profondo da anticipare per qualche aspetto il Borromini, si snoda l’esperienza architettonica parmense alla fine del Cinquecento. Tale atteggiamento sperimentale, seppur più cauto, si avverte anche nel poderoso prisma esagonale di S. Maria del Quartiere (G. B. Aleotti e G. B. Magnani, 1604).

È indubbio che la costruzione della chiesa di S. Maria del Quartiere, così come della SS. Annunziata, si possono inquadrare nella politica di “decoro” urbano dei Farnese per tentare di diminuire il dislivello con la parte “nobile” al di là del torrente.

Importante è la loro funzione microurbanistica: al confine fra il costruito e la zona verde che arrivava fino alle mura, il prisma esagonale di S. Maria del Quartiere unisce la concezione rinascimentale della chiesa a pianta centrale come monumento aristocraticamente isolato, alla funzione di fondale per le strade convergenti ad essa allora esistenti o costruite poi, per le quali la chiesa costituirà un importante caposaldo.

Essa venne concessa ai Terziari Regolari di S. Francesco dal vescovo Picedi nel 1610, con l’onere per i religiosi di terminare l’edificazione della chiesa e di costruire il convento a proprie spese; questi occuparono formalmente convento e chiesa il 19 maggio 1628.

Nel 1769 tutti gli ordini religiosi vennero soppressi ed espulsi per volere del ministro Du Tillot e successivamente richiamati (1778) dal duca Ferdinando che conferì loro l’incarico di occuparsi dell’insegnamento nelle scuole “basse”.

Per decreto napoleonico del 1805, i religiosi furono nuovamente allontanati ed il cenobio passò in proprietà al Comune di Parma che, secondo il volere di Maria Luigia, lo cedette alla Commissione Amministrativa degli Ospizi Civili. La cessione fu formalizzata con Decreto Sovrano il 7 aprile 1836 ed il trasferimento dei malati nella nuova sede dell’Ospedale degli Incurabili “Ugolino da Neviano” avvenne il 24 agosto 1837.

La Commissione degli Ospizi, alienato il vecchio ospedale di Strada S. Francesco (l’attuale via Nino Bixio) ne convertì il prezzo ricavato in lavori che si poterono compiere in tempi relativamente celeri, grazie anche alla generosità di Maria Luigia che elargì all’Ugolino parecchie donazioni.

Fino al 1875 non erano ammessi infermi a pagamento ma, l’anno successivo si accettarono anche gli infermi agiati o pensionanti; a tale scopo furono adottati diversi provvedimenti riguardanti essenzialmente i locali, il trattamento ed il servizio.

Vinto il pregiudizio che fosse umiliante entrare in uno stabilimento ospedaliero, parecchie furono le persone che si rivolsero all’ospedale come ad una casa di cura o di ritiro; si pensò allora di allargarlo, anzi di ricostruirlo quasi di nuovo, più ampio.

SANTA MARIA DEL QUARTIERE 

Costruita su disegno di Gian Battista Magnani (1571-1653). Posta la prima pietra nel 1604; affidato il luogo e la fabbrica ai Terziari Regolari di S. Francesco nel 1610; terminata nel 1619; detta del “Quartiere” perché eretta vicino ad un quartiere militare. Chiusa nel 1810; riaperta e affidata ai Serventi dei poveri infermi nel 1833; successivamente agli Stimmatini (1876) e, nel 1897 alla Confraternita di S. Camillo de Lellis per l’assistenza agli infermi.

È di forma ottagonale con due cappelle, giunta posteriore dietro l’altare maggiore e cupola poligonale. Gli affreschi della tribuna e del coro, eseguiti da Giulio Orlandini nel 1628, rappresentano Samuele che unge Davide, nel mezzo; Davide che decapita Golia, a destra; il trionfo di Davide a sinistra.

La cupola conserva invece un affresco considerato dai critici il capolavoro di Pier Antonio Bernabei che rappresentò il Paradiso in maniera del Correggio, ritraendo una gloria con la Vergine, gli Apostoli, i Profeti, i Santi e una moltitudine di Angeli.

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modificato:martedì 20 novembre 2007

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