Il Centro vaccinale del Maggiore pronto a somministrare le terze dosi agli estremamente vulnerabili. Convocazione da parte delle Aziende sanitarie
Da lunedì 20 settembre i cittadini che rientrano nelle categorie indicate dal ministero delle Salute saranno convocati al Centro vaccinale dell’Ospedale di Parma dove saranno assistiti da équipe mediche multidisciplinari
17/09/2021 - Parma è pronta a somministrare la terza dose a tutti quei cittadini con patologie gravi o con uno stato di salute particolarmente vulnerabile, come ad esempio pazienti trapiantati, immunocompromessi o in trattamento oncologico attivo.
Nel parmense la somministrazione aggiuntiva, in questa primissima fase, riguarda circa 3.700 persone in carico ai reparti di Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma che verranno contattate direttamente dalle strutture delle Aziende sanitarie e riceveranno data, ora e luogo dell’appuntamento. La somministrazione della terza dose, necessaria per garantire un adeguato livello di risposta immunitaria avverrà al Centro vaccinale dell’Ospedale Maggiore in un percorso protetto garantito da équipe di specialisti.
“Anche con l’avvio della terza dose – precisano Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, e Anna Maria Petrini, commissaria straordinaria dell’Azienda Usl - le Aziende Sanitarie di Parma procedono congiuntamente in un percorso che vede un intero territorio agire per un obiettivo comune: uscire dall’emergenza. Vaccinarsi è fondamentale. A tutti gli operatori sanitari che garantiscono, evidenza scientifica, cure sicure e percorsi protetti a tutela della salute va il nostro più grande ringraziamento”.
Le prime convocazioni sono già partite dal 15 settembre contestualmente all’ufficializzazione da parte della Regione e stanno andando avanti con contatti diretti verso tutti i soggetti interessati.
“Evidenze da recenti studi clinici internazionali – precisa il prof. Umberto Maggiore, responsabile unità operativa semplice Trapianti Rene e Pancreas della struttura di Nefrologia - mostrano che i pazienti trapiantati, i quali sono più a rischio di evoluzione sfavorevole della malattia, rispondono allo schema tradizionale di due dosi in poco più della metà dei casi e generano livelli anticorpali spesso insufficienti a garantire adeguata protezione. Gli studi hanno tuttavia mostrato che, tra coloro che avevano generato risposte anticorpali deboli, tutti hanno un potenziamento della risposta grazie alla terza dose, mentre tra coloro che non avevano risposto affatto, almeno un paziente su tre finalmente risponde. Una somministrazione aggiuntiva si è inoltre dimostrata sicura, per cui non vi è un razionale per rifiutarla, neanche nei casi in cui si è ottenuta una risposta anticorpale adeguata alla seconda dose".
“Anche in campo oncologico – aggiunge il prof. Marcello Tiseo, responsabile del Day Hospital oncologico del Maggiore - alla luce di recenti dati scientifici la cosiddetta terza dose è in grado di ridurre in maniera significativa il rischio di infezione da Covid-19 e di ridurre la severità della malattia in caso di infezione. Per questi motivi, come indicato dal ministero della Salute, i pazienti onco-ematologici in corso di trattamento immunosoppressivo rappresentano una categoria particolarmente a rischio che dovrebbe ricevere questa ulteriore somministrazione. Il nostro Centro è pronto a offrire questa opportunità fondamentale ai nostri pazienti onco-ematologici che potranno cosi proseguire le loro cure in sicurezza”.
Parallelamente all’avvio della terza dose al Centro del Maggiore resta attivo il percorso per la vaccinazione anti-covid dei soggetti allergici gravi, con l’attività di screening specialistico su segnalazione del Servizio Igiene pubblica o dei medici di base. Sotto la guida della professoressa Erminia Ridolo, responsabile Allergologia e Immunologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, per una vaccinazione in modalità protetta.
I destinatari della terza dose, le indicazioni ministeriali
A definire i destinatari della terza dose è una circolare del ministero della Salute, cui ha fatto seguito una comunicazione dell’assessorato regionale alle Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna che ha chiarito alle Aziende sanitarie ulteriori aspetti di natura operativa.
Per dose addizionale, o terza dose, si intende una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria.
Al riguardo, le attuali evidenze sui vaccini anti COVID-19 in soggetti sottoposti a trapianto di organo solido o con marcata compromissione della risposta immunitaria per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario, mostrano un significativo beneficio, in termini di risposta immunitaria, a seguito della somministrazione di una dose aggiuntiva di vaccino. In particolare sono incluse le seguenti condizioni (che potranno essere aggiornate sulla base di evidenze disponibili):
- Trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva
- trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica)
- attesa di trapianto d’organo
- terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART)
- patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
- immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.)
- immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.)
- dialisi e insufficienza renale cronica grave
- pregressa splenectomia
- sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico.
Sulla base delle indicazioni fornite in precedenza, tali soggetti dovrebbero aver già ricevuto due dosi di vaccino a m-RNA; comunque, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario (Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen), considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di AIFA (che tengono conto delle attuali informazioni in ambito regolatorio relative alle dosi aggiuntive), verranno utilizzati uno dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia: Comirnaty di BioNTech/Pfizer nei cittadini dai 12 anni in su e Spikevax di Moderna nei soggetti dai 18 anni in su.
La dose addizionale va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose.
modificato: | venerdì 17 settembre 2021 |
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