Bologna, 10 marzo 2022 - Corsi di formazione ad hoc per insegnare a medici e infermieri che lavorano nelle strutture sanitarie dell’Emilia-Romagna come gestire al meglio le situazioni critiche e i pazienti “difficili”. E poi un supporto psicologico personalizzato per aiutare gli operatori sanitari vittime di aggressioni fisiche o verbali sul luogo di lavoro a vincere lo stress e a superare il trauma vissuto.
Sono alcune delle iniziative messe in campo dalla Regione per fronteggiare le conseguenze degli episodi di violenza ai danni del personale impegnato nei servizi a diretto contatto con il pubblico, a partire dai Pronto soccorso degli ospedali.
Sabato 12 marzo si celebra la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”, e anche in Emilia-Romagna, grazie all’impegno delle Aziende sanitarie e ospedaliere e di tutto il sistema sanitario regionale, si svolgeranno iniziative di sensibilizzazione.
La strategia regionale di contrasto a questo fenomeno - che travalica naturalmente i confini regionali e, dagli insulti alle minacce fino all’aggressione fisica, soprattutto da inizio pandemia coinvolge proprio coloro i quali sono in prima linea nel prestare assistenza - è delineata chiaramente nelle “Linee di indirizzo per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari”.
Un documento adottato nel 2020 dall’Assessorato regionale alle Politiche per la salute e che sarà ulteriormente potenziato nei prossimi anni nell’ambito del Piano regionale della prevenzione 2021-2025, licenziato nelle settimane scorse dalla Giunta regionale.
“La sicurezza e la serenità di chi lavora nelle strutture sanitarie - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - sempre e a maggior ragione in un periodo così complesso e difficile come quello che stiamo vivendo, devono andare di pari passo con l’obiettivo di tutelare la salute di tutti. Il personale sanitario ha dimostrato durante la pandemia, e lo dimostra ogni giorno, grande spirito di abnegazione, professionalità e impegno. Quindi è incredibile che venga aggredito, anziché essere ringraziato”.
“Con questa consapevolezza - conclude Donini- insieme alle Aziende sanitarie stiamo lavorando per fronteggiare il problema da un lato con progetti e azioni concrete rivolte al personale, dall’altro con iniziative di sensibilizzazione verso i cittadini proprio nella giornata dedicata a questo assurdo fenomeno”.
Gli interventi prioritari
Una delle priorità, nell’ambito degli interventi previsti dal “Piano per la prevenzione degli atti di violenza sugli operatori sanitari” che ciascuna Ausl deve predisporre in osservanza alle linee-guida regionali, è appunto la formazione degli operatori.
Quindi l’organizzazione di specifici corsi con il coinvolgimento di psicologi e altre figure professionali qualificate per insegnare a medici, infermieri e operatori socio-sanitari in prima linea le tecniche di “descaling”. Un termine tecnico che in sostanza significa imparare a relazionarsi in maniera corretta ed appropriata al paziente preso in carico, al fine di evitare il sorgere di situazioni “conflittuali” che potrebbero scatenare comportamenti all’insegna dell’aggressività.
Di qui anche i comportamenti raccomandati agli operatori sanitari, ad esempio mostrare disponibilità all’ascolto dei pazienti, mantenendo per tutto il tempo un atteggiamento rilassato e tranquillo.
I corsi di formazione secondo il piano regionale saranno estesi nel prossimo triennio a tutte le Aziende sanitarie territoriali, nella scia delle prime esperienze positive fin qui avviate.
È inoltre allo studio, sempre nell’ambito del Piano regionale della prevenzione 2021-2025, un progetto-pilota finalizzato alla creazione in ogni Ausl di uno sportello e/o ambulatorio in grado di offrire un supporto psicologico e cure adeguate agli operatori sanitari vittime di aggressioni sul luogo di lavoro. Un progetto inserito in più ampio piano di interventi sulla prevenzione dello stress negli ambienti di lavoro.