"Adolescenti e adulti, oggi" di Pietro Pellegrini - dicembre 2015

L'autore è il Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche Ausl di Parma

La complessità dei fenomeni attuali è data da alcuni fattori concomitanti: la globalizzazione e la cultura informatico- tecnologica, l’allungamento  della fase che porta all’acquisizione dei ruoli adulti con livelli maturativi differenziati e instabili.

La globalizzazione porta a convivere persone con culture, religioni, stili di vita diversi, dove il ruolo di maschi e femmine, la sessualità, la concezione dell’adolescenza, gli stili educativi sono vari e coesistenti. Questo   apre interrogativi sulle tipologie di convivenza e il confronto fra esperienze diverse.  Il tempo del computer non è quello della mente, quello dell’informazione è diverso da quello della formazione e della maturazione: i giovani che per tradizione imparano dagli adulti, nel settore informatico e tecnologico hanno di solito competenze maggiori. Questa competenza modifica il funzionamento della mente in termini di attenzione, memoria, linguaggio e comunicazione  (quella per immagini e non verbale prevale su quella verbale) con la conseguente difficoltà a  denominare e a rappresentare affetti, sentimenti e  vita interiore. Tutto influenza l’apprendimento e le relazioni con l’adulto che ha la necessità di conoscere questi linguaggi. 

Gli adolescenti per crescere hanno bisogno di costruire un loro mondo interiore. Adulti intrusivi, “amiconi” non sono di aiuto. L’adolescente deve sperimentare nella relazione reale i propri conflitti interiore autonomia-dipendenza, violazioni-limiti.  

E’ essenziale lo sviluppo del senso di responsabilità (la non omertà) e del senso cooperativo, piuttosto di quello competitivo. Gli adulti, che supportano, sopportano, educano  con l’esempio rispetto ai possibili pericoli sono utili se fanno vedere come si fa un uso appropriato delle “nuove” tecnologie o come si dice di no, piuttosto che limitarsi a spaventare e proibire. Devono esserci ed essere autentici. Occorre avere e dare fiducia e promuovere una visione positiva di fronte alle inevitabili difficoltà e agli insuccessi. Nel ruolo di genitori, occorre pazienza, capacità di tenere sempre aperto il dialogo ed avere fiducia in quello che si fa. Per crescere, i ragazzi hanno bisogno di essere considerati, pensati e anche sognati. Va coltivato il  tema della responsabilità  crescente in tutti gli ambiti della vita. Adulti iperprotettivi finiscono con l’avere figli più fragili.

Oggi i giovani vivono le tappe dell’autonomia (sessualità, matrimonio, casa, lavoro, genitorialità) in un arco più lungo rispetto al passato. A questo si aggiungono, seppur senza generalizzare, povertà, violenze domestiche, abbandono scolastico, disoccupazione,  il fenomeno crescente dei giovani che non studiano e non lavorano.

Occorre guardare al futuro per offrire ai giovani nuove occasioni di partecipazione e impegno affinchè si possano sperimentare e sentire proprio il “bene pubblico” (la scuola, il comune, i servizi pubblici) e possano criticarli e con creatività, migliorarli. Serve educare, con l’esempio, all’accettazione e alla crescita nelle tante diversità affinché si possa costituire un  patto sociale nuovo, saldo e solidale che non accetti forme di emarginazione, denigrazione e umiliazione e veda la comunità tutta, condividere stili di buona  convivenza e  un destino comune.  

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modificato:giovedì 11 febbraio 2016

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