Paip: obiettivo garantire sicurezza
Presentato in Provincia il progetto di sorveglianza sugli effetti sanitari diretti e indiretti del termovalorizzatore di Parma. Già effettuati campionamenti su alimenti
Parma, 1 febbraio 2013 – Garantire sicurezza al territorio e ai cittadini. E’ questo l’obiettivo dell’attività di monitoraggio programmata, su mandato delle istituzioni, dall’Ausl di Parma prima dell’avvio del termovalorizzatore. Un progetto di sorveglianza sugli effetti sanitari articolato in due piani operativi: uno già in corso d’opera sulla filiera agronomica e l’altro che partirà a breve sui possibili rischi per la salute dei residenti. Un’attività prevista nelle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla Provincia di Parma a Enìa (oggi Iren) nell’ottobre del 2008, che vincolano la multi utility a estendere il monitoraggio ambientale ad aspetti più strettamente legati al possibile impatto sulla salute.
Il punto su quanto fatto fino ad ora e su come si intende procedere è stato fatto questa mattina in Provincia nel corso di un incontro con la stampa al quale sono intervenuti il presidente Vincenzo Bernazzoli con l’assessore all’Ambiente Giancarlo Castellani, il direttore generale dell’Ausl di Parma Massimo Fabi con il direttore del Dipartimento Sanità pubblica Ausl Gianluca Pirondi e il direttore del Servizio Igiene pubblica Ausl del Distretto di Fidenza Maurizio Impallomeni, coordinatore del progetto di sorveglianza sanitaria sul Paip.
“Quello che presentiamo oggi è uno dei sistemi di monitoraggio attivati sul Paip perché oltre all’aspetto sanitario saranno messe sotto controllo anche le matrici ambientali, dell’aria e dell’acqua. – ha detto Bernazzoli - Vogliamo che i cittadini siano bene informati al riguardo perché abbiano coscienza di come il sistema istituzionale sta affrontando il tema degli impatti sul territorio, cioè con coerenza e una attenzione che si traduce in pianificazione e interventi”.
“Intendiamo metter in campo azioni che ci consentano di governare nella sicurezza questo intervento – ha proseguito Castellani – questo è un lavoro che ci permetterà di fornire una informazione trasparente e utile per intervenire immediatamente nel momento stesso in cui i controlli ne rivelino la necessità, per poter apportare correzioni e miglioramenti.”
Il Progetto, la cui durata si estende ai prossimi anni, è partito nella primavera del 2011 dopo la Convenzione tra Provincia di Parma, Azienda Usl e Iren Ambiente.
“Su mandato istituzionale il Dipartimento Salute pubblica si è attivato per coordinare questa attività alla quale concorrono tante professionalità qualificate – ha aggiunto Fabi - E’ una prova sul campo che va a testare anche le nostre competenze e quanto è stato elaborato è un lavoro di alto valore scientifico, un’attività che ci permette, finalmente, di entrare nel merito del rapporto ambiente-salute”.
I professionisti ed esperti del tavolo tecnico-scientifico coordinato dal Dipartimento di salute pubblica dell’Ausl, provengono dal Centro tematico Ambiente e salute dell’ARPA dell’Emilia-Romagna, dell’Università di Parma (Dipartimento scienze ambientali, Facoltà di Medicina veterinaria, Dipartimento di sanità pubblica, Dipartimento di Chimica organica ed industriale, Dipartimento di ingegneria industriale), con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico di Emilia-Romagna e Lombardia.
“Il piano di monitoraggio riguarda una parte di controllo sulla filiera agro-alimentare nei territori interessati e un piano di sorveglianza epidemiologico sullo stato di salute della popolazione. – ha spiegato Pirondi - Questo lavoro è una delle garanzie che ci sentiamo di dare per avere la sicurezza che quello che avviene a seguito dell’accensione dell’impianto è costantemente monitorato e siamo in grado di dare dati certi scientificamente provati e trasparenti sulla sua attività”.
Il progetto di sorveglianza
Nell’estate del 2011 dunque ha preso il via il primo dei due Piani operativi di monitoraggio previsti dal Progetto di sorveglianza, quello sulla filiera agro-alimentare, per il quale ha spiegato Impallomeni, si sta terminando la fase di analisi degli ultimi campioni raccolti nel 2012. “ Dal 2011 abbiamo cominciato a fare prelievi di campioni e nel 2012 abbiamo continuato con una seconda fase di campionamento. Questo ci permette di fare una fotografia di quella che è la situazione del territorio prima dell’accensione dell’impianto e successivamente di vedere se ci saranno cambiamento con l’entrata in funzione.”
I campioni di latte, uova, fieno, pomodori e di altri prodotti (zucche, meloni, angurie), sono stati prelevati sia in aree interessate dalle emissioni dell’impianto sia in aree agricole relativamente lontane, definite per questo come aree di controllo.
Nel dettaglio, sono state messe a confronto tre aziende agricole potenzialmente più esposte con tre aziende di controllo, e quattro aziende zootecniche con altrettante di controllo, che si trovano più lontane dal termovalorizzatore.
L’obiettivo fondamentale del Piano è infatti controllare l’eventuale presenza di alcuni inquinanti significativi sotto il profilo tossicologico umano all’interno della filiera agro-zoo-alimentare, identificando le possibili condizioni di accumulo degli inquinanti potenzialmente attribuibili al funzionamento del termovalorizzatore, attraverso un confronto anteriore e successivo all’attivazione dell’impianto, da proseguire poi negli anni.
A cura di Arpa è stato realizzato un modello revisionale che prevede della deposizione delle emissioni dell’impianto, che è stato incrociato con i dati catastali delle aree agricole per la scelta dei punti di campionamento. La metodologia tecnico-scientifica utilizzata dagli esperti e dai professionisti coinvolti nell’attuazione del Piano operativo di controllo sulla filiera agro-alimentare si basa sia sulla più aggiornata letteratura scientifica disponibile e che su studi già condotti in Italia e all’estero, sull’analisi dei riferimenti normativi nazionali ed europei in materia, e sulla loro integrazione con modelli e studi statistici appositamente realizzati per l’analisi dei dati raccolti.
Il secondo obiettivo del Progetto riguarda la sorveglianza epidemiologica: questo secondo Piano di monitoraggio è in fase di avanzata progettazione seguendo tre linee di azione: gli eventuali effetti sanitari sui residenti a breve termine, quelli a lungo termine e quelli sugli effetti riproduttivi. Sugli effetti a breve termine è in corso uno studio di fattibilità su alcuni parametri “sentinella” quali l’analisi dei campioni urinari di lavoratori dell’impianto di termovalorizzazione e di altri lavoratori nelle aree a più alta ricaduta delle emissioni (con eventuale allargamento alla popolazione residente). Anche in questo caso, i lavoratori potranno essere monitorati prima e dopo l’esposizione alle emissioni.
Altro indicatore che si vuole utilizzare è il monitoraggio prima e dopo l’attivazione dell’impianto di un gruppo di pazienti asmatici residenti in un’area interessata dalla deposizione delle emissioni, da confrontare con i dati relativi ad asmatici residenti in un’area lontana dal termovalorizzatore con funzioni di controllo. Per le indagini a lungo termine, invece, verranno utilizzate informazioni ottenute dal registro di mortalità, dalle schede di dimissione ospedaliera e dal registro tumori.
Infine, il Piano operativo di sorveglianza epidemiologica prevede di studiare gli effetti sulla riproduzione umana analizzando le informazioni sui certificati di assistenza al parto e sulle schede di dimissione ospedaliera.
Dalla platea, composta di sindaci e amministratori dei territori comunali interessati dal monitoraggio (Parma, Colorno, Sorbolo, Mezzani, Torrile, Fontevivo, Trecasali e Fontanellato) è intervenuto rispondendo ad una domanda l’assessore all’Ambiente del Comune di Parma, Gabriele Folli che ha dichiarato l’interesse dell’amministrazione comunale sul monitoraggio e su tutte le iniziative che tutelino la salute dei cittadini. D’accordo con il rilievo delle iniziative assunte si è detta anche Angela Zanichelli, sindaco di Sorbolo.
modificato: | giovedì 7 febbraio 2013 |
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